Le Vie del Sale
LA VIA MARENCA , LE VIE DEL SALE:
La Liguria di Ponente e il Basso Piemonte nel passato avevano molti contatti attraverso le vie del sale.
La riscoperta a cavallo degli antichi percorsi, di cui la Via MARENCA è il più importante, può costituire una importante risorsa per i territori attraversati.
Dalle Langhe, dai vigneti più importanti di Italia, con percorsi di mdia collina, attraverso castagneti, prati,pioppeti si possono raggiungere le pendici nord delle Alpi Liguri e qui attraverso sentieri, vecchie mulattiere, antiche strade militari si possono attraversare le alpi e ridiscendere nella patria dell’oliva taggiasca sino al mare della Riviera dei Fiori.
Il Centro Equestre la Canunia di Lurisia Terme, socio di Alpi e Parchi, dell’ENGEA ( Ente Nazionale Guide Equestri ed Ambientali), organizza treking a cavallo che in più giorni che permettono di far scoprire importanti risorse paesistiche e naturalistiche con endemismi unici.
I percorsi sono ormai ampiamente collaudati e, con l’assistenza delle Guide, possono essere affrontati nella loro interezza da cavalieri di medio livello.
Le vie del sale a cavallo.
E’ un viaggio dalla pianura monregalese al mare ligure della Riviera dei fiori. Una piccola avventura che permette di percorrere itinerari di indubbia valenza turistica e riprende, in buona parte, le antiche comunicazioni che servivano a scambiare i prodotti del cuneese con l’olio e il sale della costa imperiese. Il percorso si svolge secondo una direttrice ben precisa che va da nord a sud, ma potrebbe presentare numerose varianti per andare a toccare molte località solo sfiorate.
Il punto più alto di tutto il percorso è il Passo delle Saline, a quasi 2200 m. sul livello del mare.
Itinerario.
Il viaggio inizia in Piemonte a Lurisia Terme, m.750 sul livello del mare, percorre una prima tappa di alta montagna, pur partendo dalla pianura piemontese. Si raggiunge il Monte Pigna, m. 1800, dove sono presenti gli impianti sciistici di Lurisia, si arriva quindi nel Parco Naturale Regionale dell’AltaValle Pesio.
Il primo pernottamento è al rifugio Mondovì ( Havis de Giorgio) a m.1760 sul livello del mare in una zona di montagna dove i pastori portano le mucche nella stagione estiva.
Il secondo giorno superato il Passo delle Saline si raggiunge Carnino e Upega paesini tipici della montagna Ligure- piemontese, da qui, in alta Val Tanarello, attraverso una i boschi del parco delle Navette, si arriva a Monesi di Triora. Da Monesi, stazione sciistica in procinto di adeguata valorizzazione, si raggiunge S.Bernardo di Mendatica dove, in albergo, si effetua il secondo pernottamento. Per i veri appassionati di escursionismo in alta montagna questa tappa ha la massima valenza tecnica, si percorrono itinerari, dove è presente la flora e la fauna tipica delle regioni alpine solitamente pubblicizzate da regioni tipo La Valle D’Aosta e il Trentino Alto Adige. Sono altresì presenti conformazioni geologiche carsiche, con grotte che le rendono interessanti per gli speleologi più esperti.
La terza tappa si sviluppa lungo l’Alta Via dei Monti Liguri: da S.Bernardo, transitando nell’alta Valle Arroscia, si raggiunge il Colle Garezzo.
Si rilevano endemismi botanici molto rari nell’arco alpino. Sono presenti, tra le altre specie, le stelle alpine. Si ammira dall’alto tutta la Valle Argentina con lo sfondo del mare. Triora e il monte Faudo, sopra Castellaro, son i punti di riferimento. Si sale a Passo Frontè , m. 2090. Con un sentiero in quota tra Italia e Francia si arriva al Passo Garlenda e a Sanson, è presente il Rifugio SANREMO del CAI nel Comune di Triora. Si passa da cima Marta, dove sono presenti importanti fortificazioni risalenti alla seconda guerra mondiale, per scoprire la storia delle opere militari sarebbe opportuna la lettura sull’argomento del libro di Davide Bagnaschino ( edizioni ATENA – Arma di Taggia).
Si raggiunge quindi il monte Grai, dove in caso di emergenza, visto che si è su un versante molto esposto, è possibile fermarsi al rifugio, e si discende a Colle Melosa dove si riposa la terza notte al rifugio Allavena a m. 1545.
A differenza dei due rifugi Grai e Sanremo che non sono gestiti, questo presenta un servizio di bar e ristorante dello stesso livello del rifugio Mondovì, dove abbiamo sostato la prima notte. Il territorio è quello del Parco delle Alpi Liguri, uno dei più frequentati dagli appassionati di montagna, che raggiungono questa località per scalare il Monte Toraggio e il Monte Pietravecchia.
La terza giornata, come la precedente, in buona parte ripercorre l’antica via Marenca che serviva per trasportare il grano coltivato nella pianura piemontese e scambiarlo con il sale e l’olio proveniente dalla Liguria.
In questa parte del trekking si transita sui sentieri posti in vetta alle più alte montagne delle Alpi Liguri. Infatti si rimane sempre in una zona dove si alternano pietraie, prati, e boschi di larici.
La quarta tappa rappresenta la discesa al mare.
Dal Colle Melosa, costeggiando il bacino della diga di Tenarda, si arriva a Carmo Langan sullo spartiacque tra la Val Nervia e la valle Argentina, da qui si raggiunge S. Giovanni dei Prati rimanendo sempre in boschi di larici, di pini e noccioli.. Si arriva quindi a Monte Ceppo e si ridiscende in direzione di Baiardo.
A a metà strada tra la Fraz. Vignai di Baiardo e Passo Ghimbegna, dopo un tratto di asfalto di alcuni chilometri, il percorso si immette su una strada bianca. Si scende lungo la pista tagliafuoco in mezzo ad un bosco di castagni, nel Comune di Ceriana e si raggiunge un piccolo monumento dedicato al Premio Nobel per la chimica Giulio Natta, sotto un castagno millenario. Natta era nativo di Ceriana. Proseguendo sullo spartiacque tra La Valle Argentina e la Valle Armea si arriva a Monte Merlo e al Monte Neveia nel Comune di Taggia. La pista diventa quindi una mulattiera che porta alla strada, in parte sterrata, che collega Bussana di Sanremo e Beuzi di Taggia con l’Eremo di S.Maria Maddalena del Bosco. Si passa dall’edicola di S. Rita, nei pressi della frazione Maberga di Taggia e quindi dalla località Albareo si scende rapidamente a Taggia. I castagni hanno lasciato il posto agli ulivi. L’ ultima ora del viaggio, si svolge attraverso oliveti e rare coltivazioni floricole.
Gli oliveti che si osservano dall’alto sono quelli, piantumati dai frati Benedettini, nei pressi della Chiesa N.S. Del Canneto, resi famosi dal libro “Il dottor Antonio” di Giovanni Ruffini ( edizioni ATENA – Arma di Taggia), e che hanno costituito le prime coltivazioni del Cultivar Oliva Taggiasca, oggetto oggi di forte attenzione.
Si entra in Taggia da Ovest, si attraversa una porzione molto suggestiva del Centro storico, poco sotto il castello, si attraversa il Ponte sul Torrente Argentina e attraverso una pista sterrata si raggiunge Arma di Taggia e località Prati di Riva Ligure. Sul Terrapieno alla Foce del Torrente Argentina si fanno bagnare i piedi ai cavalli in quel mare che serviva a produrre il sale da portare agli abitanti delle colline cuneesi, da cui il trekking era partito 4 giorni prima.
Aspetti Tecnici e Valenza Turistica delle Vie del Sale.
Il viaggio ha come caratteristica principale quello di essere un avventuroso, per cavalieri di medio livello, in quanto presenta la difficoltà, seppur non proibitiva, di affrontare territori di alta montagna con dei cavalli.
Nel contempo collega realtà estremamente diverse. In un giorno, a cavallo, rimanendo in sella complessivamente sette ore, si passa dall’ambiente tipicamente alpino di Colle Melosa alle spiagge di Arma di Taggia e Riva Ligure. Nella logica che questo itinerario possa diventare una attrattiva turistica sia per la Provincia di Imperia che per la Provincia di Cuneo, si possono studiare numerose varianti.
Su una direttrice principale ben definita è possibile ad esempio:
per la prima tappa: partire da Chiusa Pesio, salire alla Certosa di Pesio, al Pian delle Gorre, al Rifugio Garelli , a porta Sestrera e qui ricollegarsi all’itinerario;
per la seconda tappa: interrompere il viaggio, ridiscendendo dal Passo delle Saline verso Viozene, Ponti di Nava , Colle di Nava. Oppure iniziarlo a Nava, passando per il forte ottocentesco Pozzanghi, e raggiungere l’itinerario a S.Bernardo di Mendatica oppure da Nava andare a Viozene, a Carnino, per proseguire verso Monesi;
per la terza tappa, attraverso la Via Marenca : dal colle Garezzo e possibile scendere verso il Passo della Mezzaluna, Colle d’Oggia, Prati Piani (sosta), Monte Faudo, Cipressa o Civezza, S.Lorenzo al Mare. Oppure da Colle Garezzo scendere al Passo della Guardia, Goina, Triora. Da Sanson esiste la possibilità di scendere verso Realdo o verso Briga Marittima ( La Brigue) e Tenda in territorio Francese.
Per quarta tappa: da Colle Langan si può andare verso Buggio ( Pigna) risalire a Gouta e arrivare al mare a Ventimiglia. Questo percorso richiede una sosta notturna intermedia.
Da Monte Ceppo si può scendere verso Ciabaudo e arrivare abbastanza rapidamente a Badalucco. Oppure si può arrivare a Baiardo e a Ceriana. Dalla località Abareo raggiungere Beuzi di Taggia e scendere direttamente su Arma o su Bussana di Sanremo.
Tutte le località: Taggia ( Beuzi, Albareo), Bussana di Sanremo, Ceriana, Baiardo, Triora ( capoluogo o Realdo e Verdeggia), S. Bernardo di Mendatica, Monesi, Nava, Upega, Viozene, Chiusa Pesio, Lulrisia….., possono diventare basi per la partenza e il transito di cavalli e cavalieri.
Piccoli centri ippici, dotati di un minimo di struttura di accoglienza, possono diventare il punto di partenza o di arrivo degli itinerari oltre a contribuire alla valorizzazione della località in cui sorgono.
I cavalli possono contribuire a rilanciare ulteriormente L’Alta Via dei Monti Liguri. Infatti permettono a persone non allenate a sufficienza, o in non eccellenti condizioni di forma fisica, di percorrere con un mezzo assolutamente ecologico percorsi si alta montagna.
Per cavalieri esperti, e che conoscano il territorio, a questo percorso collaudato, vi possono essere numerose varianti su: Alba, Carrù, Mondovì, Vicoforte, Frabosa, Prato Nevoso, Villanova, Roccaforte Mondovì , Viozene, Nava, Triora, Pigna, Ceriana, Badalucco, S.Romolo, Sanremo.
Per informazioni rivolgersi al Centro ENGEA la CANUNIA di Lurisia Terme ( tel. 338445407 www.lacanunia.com) oppure all’ Albergo Lucciola di S.Stefano al Mare. (tel. 0184484236 www.albergolucciola.com che si appoggia per il soggiorno dei cavalli al Centro Ippico dell’ENGEA:
S.Martino di Taggia tel. 347 3974750 op. 3405790847).
Testo ing. Gianfranco Roggeri, Foto dr Maurizio Azzola


